Teatro Trivulzio 11.03.22

Dopo diversi mesi a digiuno di presentazioni, finalmente ho avuto la possibilità di chiacchierare con alcuni dei miei Lettori.

Discutere con loro dei miei personaggi, di ciò che hanno apprezzato e dei dubbi che alcune parti hanno insinuato nelle loro menti è stato come sempre un momento prezioso di confronto, oltre che un’occasione per trascorrere una piacevolissima serata.

E per questo ringrazio il Teatro Trivulzio per l’ospitalità e i ragazzi che hanno organizzato con tanta passione l’evento.

In questo articolo, però, voglio fare qualcosa di più che ringraziare e dire quanto mi sono trovata bene.

Voglio aprire il sipario sul dietro le quinte, cosa che ho iniziato a fare già da un po’ con le mie Newsletter del 3.

In qualsiasi settore è ormai una prassi diffusa quella di dare sempre e comunque un’immagine di successo, anche quando le cose non vanno come si sperava. Ecco, io aborro questo modus operandi, perché lo ritengo non solo di una tristezza infinita, ma anche dannoso.

Le cose non vanno sempre alla perfezione e molto spesso i risultati non si avvicinano neanche lontanamente a quelli sperati.

Ma perché, mi domando io, fingere che sia accaduto il contrario?

Foto scattate a regola d’arte per dare l’impressione che ci sia una marea di gente, quando in realtà le dieci teste infilate nello scatto sono le uniche presenti, e post altisonanti in cui si ringrazia lo stato del New Jersey per aver preso parte all’imperdibile evento.

Tutto questo mentire, a cosa porta?

Nascondere la verità dietro una menzogna, non cambierà il modo in cui sono andate le cose.

Si tratta della strategia “Per avere successo bisogna dare un’immagine di successo”?

A molti ha portato successo, non lo metto in dubbio, ma francamente io preferisco prendere le distanze da questa “tecnica” e lanciare un messaggio diverso, più vero.

Alla presentazione di Melzo eravamo in quattro gatti e ho venduto un solo libro. Sì avete capito bene, uno. Vabbè, questo anche perché i presenti lo avevano acquistato prima della serata per arrivare preparati 😉

E non eravamo seduti nella magnifica sala con le poltroncine rosse vellutate, bensì in una saletta più piccola e meno appariscente. E in questo forse dobbiamo ringraziare il momento storico, perché riscaldare una saletta con stufetta a vista, costa sicuramente molto meno che riscaldare il salone principale.

Ad ogni modo, io mi sono divertita e sono stata benissimo, perché i ragazzi che hanno organizzato e curato la serata sono stati splendidi e hanno lavorato con passione.

Ecco, ancora una volta io torno a ribadire che non sono i numeri che contano, ma le persone.

Le presentazioni sono momenti preziosi in cui ridere e chiacchierare di libri. Se poi ci scappa la dedica, tanto meglio. Poter parlare di quello che faccio e di ciò che amo, mi arricchisce molto più delle royalties.

E poi, quando un Lettore si fa un’ora e mezza di strada per venire a vederti… come fai a non essere felice?

Quindi, se qualcosa a cui tenete molto non avviene come avevate sperato, non abbattetevi. Non è colpa vostra e non è colpa degli altri, ma è un’ottima occasione per imparare ad apprezzare ciò che conta davvero: le cose semplici.

P.S.

E poi Maritozzo mi ha detto che sono stata brava, i bimbi hanno visto la mamma all’opera, perciò sono felicissima così!